FIGURE SINGOLE E SCENETTE
1 – Edoardo III, re d’Inghilterra ed il suo porta stendardo Sir John Beauchamp durante la campagna di Francia del 1346.
I “leopardi” d’Inghilterra sono dipinti nello stile di quelli visibili nel frammento di coverta conservato presso il Musée de Cluny di Parigi. Cavalli (nudi) Eisenbach. Figura a cavallo auto costruita. Figura a piedi: trasformazione di una figura “La Fortezza”. 54 mm..
9 – Il re di Francia Giovanni II, detto “il Buono”.
Si narra che a Poitiers il re di Francia indossasse una lunga veste bianca tempestata di gigli dorati. L’elmo è ispirato ad uno dei rari elmi chiusi trecenteschi pervenutici, il così detto “elmo Prank”, datato intorno al 1350. Trasformazione di una figura Elite. 54 mm..
15 a) b) – Thomas Beauchamp, terzo conte di Warwich.
Thomas fu uno dei più importanti capi militari durante le campagne in terra di Francia del re d’Inghilterra Edoardo III e di suo figlio, il Principe Nero. Cavallo e figura auto costruiti. 54 mm..
18 a) b) c) d) – Ferimento a morte di Sir John Chandos al Ponte di Lussac, 31 dicembre 1369 (1 gennaio 1370?).
La veste troppo lunga ed ingombrante, complice il terreno ghiacciato, fece perdere l’equilibrio a Sir John che, ferito di conseguenza da un colpo di lancia in un occhio, cadde a terra morto dopo pochi attimi. Figure auto costruite. 54 mm..
20 a) b) – Balestrieri francesi intorno al 1415.
Il meccanismo di caricamento della balestra è il così detto “a piè di capra”. Figure auto costruite. 54 mm..
23 a) b) – Burian Kaplir Sulevich, cavaliere Boemo. Crécy, 1346.
Figura autocostruita. 54 mm..
26 a) b) – Ottone Doria, comandante di balestrieri genovesi. Crécy, 1346.
La barda del cavallo ha come fonte documentaria gli affreschi in monocromo di Lippo Vanni siti nel Palazzo Pubblico di Siena. Figura autocostruita. 54 mm..
29 a) b) – Sir John Arundell, Poitiers, 1356.
Questo personaggio non appartiene alla stessa famiglia citata alla didascalia 25. Si osservi la così detta “arma parlante”: Arundell = rondini. Figura autocostruita. 54 mm..
30 a) b) – Guillaume de Clermont-Nesle, seigneur de Sanchois, Poitiers, 1356.
Figura autocostruita. 54 mm..
31 a) b) – Il re di Francia Filppo VI alla battaglia di Crécy, 1346.
La composizone prende spunto da un passo della cronaca di Jean Froissart della battaglia di Crécy, quello in cui il cronista fa pronunciare al re di Francia la frase che dà inizio alla battaglia (vedi la targhetta dell’elaborato). La veste e la coverta del cavallo di Filippo esibiscono il seminato di gigli al pari del grande stendardo reale portato dal sire di Hangest (fonte Wolfgang Friedrich). Il re indossa un bacinetto globulare adatto ad essere usato sotto il grande elmo coronato momentaneamente affidato al porta bandiera. E’ proprio con questa funzione, ed in questa foggia, che nasce la protezione del capo nota come bacinetto. Figure auto costruite. 54 mm..
32 a) b) c) d) e) f) – Giovanni “il Cieco” di Lussemburgo, re di Boemia, alla battaglia di Crécy. (26 Agosto 1346).
La scenetta propone uno degli episodi più raccontati della Guerra dei Cento Anni. Siamo alla battaglia di Crécy e Giovanni re di Boemia, cieco, cerca e trova la “bella morte” gettandosi nella mischia in sella al suo cavallo legato (per alcune fonti incatenato) a quei suoi più fidi cavalieri che ne condivideranno la sorte. Nella scenetta il primo a cadere è il capitano di guerra di re Giovanni che Froissart cita come “le Moine de Basele” il cui stemma compare nell’armoriale “Gelre” completo delle sue fantastiche calze rosse. Segue il cavaliere che porta il trinciato d’oro e di rosso. Si tratta di Lisska von Milicin. Più dietro Reinhard von Ouhar porta in battaglia la bandiera del regno di Boemia caricata del leone con la coda biforcuta passata in croce di S. Andrea. Fantastico per chi ama l’araldica l’agrifoglio del suo stemma! Segue il secondo cavaliere incatenato al re: Hron von Vlasim, boemo. Infine Giovanni “il Cieco”. A fine battaglia le piume del suo cimiero saranno trofeo per il principe Eduardo e da allora, e tutt’ora, impresa dei principi di Galles. Sulla coverta del cavallo il leone rosso di Lussemburgo inquarta quello bianco di Boemia. La scenetta propone un ampio repertorio di tipologie di armamento ed equipaggiamento di uomini e cavalli. Figure auto costruite; cavalli di varia derivazione. 54 mm..
33 a) b) c) – Jean d’Hainaut alla battaglia di Crécy, 1346.
ean d’Hainaut, signore di Beaumont apparteneva alla stessa famiglia di Filippa, moglie del re d’Inghilterra Eduardo III. Jean Froissart nel ricordarlo nel corso della narrazione della battaglia di Crécy cita l’episodio in cui Jean, che vi partecipò accanto al re di Francia, cedette il cavallo nero donatogli da quest’ultimo al suo porta bandiera Thierry de Senzeille. Lo stemma di Jean porta il lambello azzurro di tre pendenti come brisura dei quattro leoni d’Hainaut. Figure auto costruite; il cavallo covertato è un Pegaso, l’altro un Lasset entrambi modificati. 54 mm..
35 – Sir Thomas Dalyngrigge.
Sir Thomas Dalyngrigge partecipò alla battaglia di Crécy portando la bandiera di Michael, Lord Poynings (fonte Peter Greenhill). La veste più corta davanti rispetto al dietro, detta cyclas, è attestata dalle fonti iconografiche durante il secondo quarto del XIV secolo. Pezzo unico con uso di materiali Soldiers e Pegaso. 54 mm..
36 a) b) – Sir Walter Hopton.
Sir Walter Hopton partecipò alla battaglia d Crécy portando la bandiera di William de Clinton, conte di Huntingdon (fonte Peter Greenhill). La frase araldica (blasone) dello stemma Clinton non manca di una sua poetica…….d’Argento caricato di 6 (3,2,1) croci ricrocettate piè ficcato di Nero, al capo d’Azzurro caricato di 2 stelle (5) d’Oro forate di Verde. Figura Pegaso rielaborata con testa dell’autore. 54 mm..
37 a) b) – Sir William Hardeshulle.
La scenetta rappresenta Sir William Hardeshulle sul campo di Crécy accompagnato dal suo porta bandiera John Basinge (fonte Peter Greenhill). L’aspetto di Sir William, comprensivo dell’ascia a due mani, ha come fonte iconografica di riferimento il così detto Brass Hastings, monumento funerario datato proprio agli anni di Crécy. Hardeshulle: figura della Crécy Model modificata; Basinge: pezzo unico con uso di materiale Tradition. 54 mm.
38 a) b) – Sir William de Thorpe.
Sir William de Thorpe partecipò alla battaglia di Crécy portando la bandiera di William de Bohun, conte di Northampton (fonte Peter Greenhill). Pezzo unico con parti Tradition ed autocostruite. 54 mm..
39 – Edoardo III all’assedio di Calais, 1346-1347.
Durante il XIV secolo in area anglo francese un’insegna di grandi dimensioni definita “stendardo” si aggiunse alla classica bandiera araldica quadrangolare. Tale vessillo era solito sventolare piantata nell’accampamento e non veniva portata in battaglia, pratica quest’ultima che divenne abituale nel corso del secolo successivo. La decorazione dello stendardo contiene un apparato simbolico molto preciso. La croce rossa significa Inghilterra; il blu ed il rosso sono i colori di livrea del sovrano mentre le varie decorazioni in oro sono le così dette “imprese” dello stesso. La frase Dieu et mon droit è il motto della casa regnante inglese. Pezzo in 54 mm. della ditta Crécy Models elaborato.
40 a) b) c) d) – Le Bon et l’Hardì a Poitiers, 19 settembre 1356.
Giovanni re di Francia attorniato dai suoi fidi tenta un’ultima difesa prima di essere catturato. In piedi da sinistra a destra: Jean de Mortagne, sire de Landas; Giovanni “il Buono” re di Francia; Filippo, comte de Touraine, figlio cadetto del re, poi detto “l’Ardito” e futuro duca di Borgogna; Jean de Bonnin, primo scudiero del re (vedi fig. 40d); fanti della guardia reale. A terra: Grismouton de Chambly; Pierre de Terrail. Figure in 54 mm. autocostruite.
41 a) b) – Cavalieri francesi a Crécy.
Si tratta di Robert V des Bertrands, sire de Briquebec e Luigi II di Savoia-Vaud. Le due figure furono eseguite utilizzando il materiale autocostruito per la realizzazione del diorama di Crécy ed esposte come pezzi singoli a Folkestone. I cavalli nudi sono opera di Andrea Iotti.
42 – Carlo di Valois, duca di Normandia alla battaglia di Poitiers.
Carlo, primo Delfino e futuro re di Francia con il nome di Carlo V “il Saggio” è qui affiancato da Tristan de Magnelais che porta la bandiera di Normandia: di rosso a 2 leopardi (leoni passanti guardanti) d’oro. Pezzi unici con uso di materiali della ditta Pegaso. Pittura: Fabrizio Cheli. 54 mm..
43 – L’accollata. Normandia, luglio 1346.
Eduardo, principe di Galles, appena fatto cavaliere, fa altrettanto in favore del suo amico e coetaneo Roger Mortimer. Il re d’Inghilterra Eduardo III assiste alla scena immaginata sulla spiaggia di Saint-Vaast-la-Hogue immediatamente dopo lo sbarco dell’esercito d’invasione inglese all’inizio della campagna che culminerà nella battaglia di Crécy. Pezzi unici in 54 mm. ottenuti con materiali di varia provenienza.
47a) b) – Sir Henry Eam, c. 1350.
Si tratta del n° 24 della lista dei fondatori dell’Ordine della Giarrettiera. Citato spesso con la semplice dicitura Sir Henry of Flanders, è uno dei meno documentati fra i fondatori dell’Ordine. Le caratteristiche dell’equipaggiamento del cavallo hanno come fonte il famoso pezzo degli scacchi conservato presso il Metropolitan Museum di New York che si vuole raffigurante re “Edoardo III”. La figura si ispira al monumento funerario praticamente coevo conosciuto come Hasting’s Brass. Figura in 54 mm. autocostruita.
48a) b) – Sir Richard Fitz-Simon, c. 1350
Alla battaglia di Crécy Sir Richard era porta bandiera (o porta stendardo?) di Edoardo, Principe di Galles. L’appartenenza alla cerchia di quest’ultimo gli valse la nomina n° 16 fra i fondatori dell’Ordine della Giarrettiera. Si osservi l’armamento protettivo composito, tipico dell’epoca, completo di spallaroli e alette ai flessori degli arti superiori e inferiori in forma di musacchini di leone. La croce sulla testiera del cavallo è quella di San Giorgio, patrono dell’Ordine. Figura autocostruita in 54 mm. Cavallo su base della ditta Altores.
49a) b) – Sir John de Lisle, 2nd Baron Lisle, c. 1349.
Essendosi segnalato al servizio del re fin da giovane, Sir John ricevette la nomina n° 9 fra i fondatori dell’Ordine della Giarrettiera. Il modello lo raffigura caricante con la lancia stretta sotto l’ascella, ritto sulle staffe e con il busto proteso in avanti. Una macina di mulino gli fa da cimiero. Il robusto elmo è di un tipo documentato in Fiandra e nel nord della Francia alla metà del XIV secolo. La decorazione della veste (skirted jupon) riecheggia le cariche del suo stemma (Or, a fess between 2 chevronels sable). Figura autocostruita in 54 mm. Cavallo della Pegaso revisionato e integrato.
50a) b) c) – Sir Sanchet d’Abrichecourt, c. 1349.
Originario del nord della Francia questo personaggio era insieme al fratello Eustace al comando dei cavalieri tedeschi al soldo di Edoardo III., ed era il n° 25 fra i fondatori dell’Ordine della Giarrettiera. L’armamento difensivo ed in particolare il binomio cappello di ferro gorgiera ha come fonte documentaria l’immagine del cavaliere Aymeric de Saint-Amand facente parte del famoso Hasting’s Brass. Lo stemma aggiunge al classico ermellino tre sagome (qui rosse) dette amaidi (humets) piuttosto rare. Elaborazione di una figura in 54 mm. della ditta Pegaso; cavallo composito.
52a/b – Sir Walter Paveley, c. 1350.
Si tratta del n° 26 dell’elenco dei fondatori dell’Ordine della Giarrettiera. La croce del suo stemma è del tipo “flory” (fiorente) così come riportata sulla più attendibile delle fonti documentarie dedicate ai fondatori dell’Ordine ( G. F. Beltz) e non del tipo “patonce” (riflessa), molto simile, riportata su altre fonti. Pezzo in 54 mm. della ditta Publius modificato. Spada e daga della ditta G&G.