Giostre e Tornei

1 – Il duca d’Austria in torneo intorno al 1400.

Fonte iconografica: affreschi, Castello del Buonconsiglio, Trento. Rara rappresentazione di uno scudiero che aiuta il cavaliere a tenere la lancia in equilibrio all’inizio dell’assalto. Cavallo: trasformazione di materiale Laruccia. Figura auto costruita. 54 mm..

 

 

 

2 – Jean de Melun, cavaliere del Toson d’Oro.

 

Jean de Melun, cavaliere del Toson d’Oro, equipaggiato per il torneo con la spada e la mazza cortesi. Fonti iconografiche per questo soggetto sono due famosi manoscritti miniati quattrocenteschi quali  “Le Livre des Tournois du Roi Renè” ed il “Grand Armorial Equestre de la Toison d’Or”. Cavallo auto costruito. Figura allestita con utilizzo di materiale Pegaso. 54 mm..

3 – Filippo, duca di Savoia e conte di Bresse, cavaliere del Toson d’Oro, c. 1490.

Notevole il cimiero: testa di leone alata ingolante l’elmo. Cavallo (nudo) A. Iotti. Figura auto costruita (elmo Pegaso). 54 mm..

4 – Il duca di Baviera in torneo intorno alla metà del Quattrocento.

 

Fonte iconografica: turnierbuch tedesco più tardo. Cavallo (nudo) A. Iotti. Figura auto costruita. 54 mm..

5 – Cavaliere della famiglia Wolmershausen in torneo.

Cavaliere della famiglia Wolmershausen in torneo, tratto da una miniatura tedesca della seconda metà del XV secolo. Cavallo realizzato con l’uso di materiali Pegaso. Figura auto costruita. 54 mm.

6 a)  b) – Impatto fra due cavalieri tedeschi nel corso di un gioco guerresco detto schweifrennen.

 

L’elaborato si ispira, oltre ad altre immagini coeve, alle incisioni di Hans Burgkmair che illustrano ”Il Trionfo di Massimiliano”. Inizi del XVI secolo. Cavalli nudi di varia provenienza. Figure auto costruite. 54 mm..

7 – Cavaliere equipaggiato per il gioco guerresco detto wulstrennen.

 

Fonte iconografica: vari turnierbuch tedeschi del primo cinquecento. Cavallo (nudo) A. Iotti. Figura auto costruita. 54 mm..

 

 

8 a) b) –Johan-Friedrich I di Sassonia, detto der Grossmutige (il Magnanimo).

 

Johan-Friedrich I di Sassonia, detto der Grossmutige (il Magnanimo) nel corso di una gestech, ovvero una “carriera a disarcionare” con lancia ed armatura pesante. Cavallo realizzato su base Pegaso. Figura auto costruita. 54 mm..
BEST OF SHOW AL LONG ISLAND SHOW 2002

9 a) b) – La giostra di Chauvency; Francia, 1285.

Un codice miniato racconta per iscritto e per immagini lo svolgimento delle sfide che si susseguono. Il codice si presenta in uno stato di conservazione non eccezionale ed altrettanto non eccezionale è la qualità artistica delle miniature. Ne deriva che l’elaborato modellistico non può andare oltre una ragionevole ipotesi di ricostruzione. L’armamento e l’equipaggiamento dei personaggi è coerente con quanto è possibile distinguere sulle miniature, tenuto conto delle tipologie in uso all’epoca dell’avvenimento rappresentato; altrettanto va inteso per l’araldica. Cavalli nudi assemblati con materiale Eisenbach; figure autocostruite (cimiero di sin. Pegaso). 54 mm..

 

10 a) b) – Amedeo VI di Savoia detto “il Conte Verde” al torneo di Bourg-en-Bresse, 1356.

 

La bardatura da torneo del cavallo e l’elmo rinforzato si ispirano alle miniature di un codice intitolato Li Rouman d’Alexandre redatto alla metà del Trecento in area franco fiamminga. Clamoroso il cimiero consistente in un ceffo alato di leone ingollante il coppo dell’elmo. Figura autocostruita. 54 mm..

11 a) b) c) – Cavaliere tedesco equipaggiato per il kolbenturnier (torneo con la clava).

Gli elementi plastici dell’equipaggiamento del cavallo, al pari del colore, paiono alludere ad un crostaceo e comunque ad una creatura marina. Nella miniatura da cui è tratto il personaggio fronteggia quello rappresentato nell’immagine n° 5. Cavallo nudo di Andrea Iotti; figura autocostruita. 54 mm..

12 – L’Homme Sauvage, Francia 1450 ca..

 

La scenetta propone un tipo di gioco cavalleresco a tema detto Pas d’armes di ambiente franco borgognone quattrocentesco. Il contesto socio-culturale è quello da cui scaturì la creazione dell’ordine cavalleresco del “Toson d’oro” denso delle tipiche rivisitazioni dei temi mitologici ed arturiani. Pezzi unici in 54 mm. con utilizzo di materiali della ditta Pegaso.
Una più ampia trattazione è disponibile nella sezione APPROFONDIMENTI.

13 a) b) c) – Giostrante tedesco , 1480 – 1520.

L’equipaggiamento dell’uomo e del cavallo è quello inerente il gioco guerresco detto gestech (vedi fig. 8). Gli elementi che lo caratterizzano sono per l’uomo innanzitutto l’elmo “a bocca di rana” ed a seguire, la grande resta che prosegue nella controresta posteriore, la targa da torneo coperta da un tessile parzialmente svolazzante, l’armatura delle braccia munite di pezze di rinforzo caratterizzate da sagome altamente specializzate e l’assenza di protezione agli arti inferiori. A quest’ultima supplisce, passando così a trattare del cavallo, la protezione anteriore di questo detta “saccone” che con la sua imponenza al pari del già citato elmo e l’enorme lancia dotata dell’ampio “schifalancia” conferisce all’insieme una silouette molto particolare. La gestech consisteva in uno scontro lancia in resta fra due contendenti in campo aperto allo scopo di disarcionarsi. In conseguenza delle caratteristiche dell’azione appena illustrate, la grande imbottitura anteriore serviva a mitigare l’impatto quasi inevitabile fra i due cavalli. Il soggetto ripropone un manichino completo di uomo e cavallo assemblato con parti tipologicamente coerenti allestito ed esposto presso il Metropolitan Museum di New York. I paggi si rifanno a varie fonti iconografiche coeve. Figure in 54 mm. auto costruite.

 

14 a) b) c) – Scontro fra cavalieri in giostra, Germania c. 1300.

 

Il modello ripropone tridimensionalmente la minitura n. xxii del Codex Manesse (Grosse Heidelberger Leiderandschrift) intitolata “Herr Heinrich von Frauenberg. Si osservi  la decorazione non araldica della coverta del cavallo di sinistra, elemento ricorrente nelle raffigurazioni manessiane, mentre lo scudo ed il cimiero sono strettamente connessi fra loro. Lo scudo del personaggio a sinistra, invisibile nella miniatura, è stato liberamente interpretato in armonia con i colori della coverta, anch’essa non araldica. Le corna del cimiero ed il lambrecchino, di fantasia ma tipicamente tedeschi, portano anch’essi i colori dello stemma. Figure in 54 mm. autocostruite.